Squali

Articoletto

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  1. Dinnin
     
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    Visto che l' argomento non è mai stato trattato e che casualmente in questi giorni tra filmati trovati per la rete, discussioni e foto; voglio Quindi scrivere un articoletto in stile Giordano riassuntivo di questa specie marina.

    Dati "tecnici" sono presi dai siti di Wikypedia, mentre le immagini sono prese dalla rete e rielaborate per questo articoletto.


    Gli Squali, i predatori perfetti dei mari per potenza, dentature ed altre caratteristiche naturali che tali li rende.
    Il loro corpo è affusolato, con testa appuntita e grande apertura di mascelle. Presentano 5 o 6 fessure branchiali ai lati della testa (a seconda delle specie). Oltre all'appuntita e triangolare pinna dorsale, possiede un paio di pinne pettorali, un paio di pinne pelviche, una seconda pinna dorsale , una pinna anale ed una pinna caudale eterocerca epicerca (avente un lobo superiore più sviluppato dell'inferiore) dalla forma caratteristica.
    La pelle degli squali è costituita da dentelli dermici, cioè scaglie placoidi, che presentano la medesima struttura di quelli che compongono i filari mandibolari. La particolare forma e la disposizione garantiscono al predatore marino una eccezionale idrodinamicità oltre che una efficace protezione verso parassiti.
    La caratteristica dentatura dello squalo è pur'essa costituita da dentelli specializzati, ancorati mediante tessuto connettivo, che sottoposti a forte usura vengono costantemente sostituiti. L'arco dentario è infatti costituito da 3 o 4 file di denti che avanzano e si dispongono all'utilizzo via via che l'animale ne abbisogna.

    I primi squali sono apparsi negli oceani oltre 400 milioni di anni fa, durante il devoniano.

    Esistono 8 ordini di squali:

    Hexanchiformes:Composto da due famiglie e cinque specie, è l'ordine più antico e ha la caratteristica di avere un numero superiore di aperture branchiali rispetto agli altri ordini, hanno una sola pinna dorsale. Esempi di questo ordine sono il Capo piatto o Pesce Vacca (Hexanchus griseus) e lo Squalo Manzo ( Heptranchias perlo )
    Squaliformes o squaliformi o pesce cani:Composto da tre famiglie e 82 specie. Sono caratterizzati di non avere la pinna anale. Esempi di ordine sono il pesce porco (Oxynotus centrina) o lo spinarolo ( Squalus acanthias )
    Pristiophoriformes o pesce sega, sono caratterizzati da una protuberanza dentata sul naso che permette di individuare sul fondo marino i pesci nascosti.
    Heterodontiformes
    Squatiniformes o Squali angelo
    Orectolobiformes
    Carcharhiniformes
    Lamniformes
    Attualmente si conoscono circa 500 specie di squali, che vanno dal piccolo squalo pigmeo e squalo sigaro, lunghi 20 centimetri al gigantesco squalo balena, un pesce filtratore lungo fino a 14 metri.

    Visto che tutti gli squali conosciuti è un po difficile da raggrupparli, per questa volta ci soffermiamo, nel nostro piccolo Mediterraneo, trattando esclusivamente la nostra realtà marittima.

    Si Ricorda che l'uomo non rientra tra le prede naturali dello squalo ma questo animale è pur sempre un grande predatore ed esistono specie potenzialmente molto pericolose...

    Le quattro considerate "pericolose per l' uomo" sono:
    lo SQUALO BIANCO (Carcharodon carcharias)
    lo SQUALO TIGRE (Geleocerdo cuvier)
    lo SQUALO LEUCA (Carcharhinus leucas)
    lo SQUALO MAKO (Isurus oxyrinchus).

    Elenco degli squali che nuotano costantemente nelle ACQUE ITALIANE:

    Ordine Lamniformes - Famiglia Odontaspididae

    Squalo toro (Carcharias taurus), soprattutto in Sicilia, raro in Adriatico.
    Lo squalo toro nuota in acque costiere, arrivando fino alla profondità di circa 220 m. Le sue prede sono costituite da pesci, razze, squali, crostacei e cefalopodi. E' uno squalo che si adatta bene alla vita e riproduzione in acquario. Lo squalo toro è molto simile al cagnaccio (Odontaspis ferox) dal quale differisce principalmente per la colorazione del corpo e la forma dei denti. Taglia media attorno ai 200 cm, esmplare più grosso pescato 320 cm.
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    Cagnaccio (Odontaspis ferox), in Adriatico, Sicilia e Liguria.
    Il cagnaccio è uno squalo della famiglia degli Odontaspididi, che vive sulla piattaforma continentale in tutti gli oceani tropicali e subtropicali, a profondità tra i 10 e i 500 m. La sua lunghezza raggiunge i 3,6 m.
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    Famiglia Alopiidae

    Squalo volpe (Alopias vulpinus), soprattutto in Adriatico.
    ungo 5-6 m, è una delle tre specie del genere Alopias. È un grande squalo pelagico, presente anche nel Mar Mediterraneo, riconoscibile per la coda eccezionalmente lunga. Ha il muso breve e conico, grandi occhi in posizione molto avanzata sul capo e il corpo di forma affusolata. La prima pinna dorsale è molto più grande della seconda. Le ampie pettorali forniscono una notevole spinta verso l'alto durante il nuoto, tanto che questi pesci sono in grado di emergere dall'acqua per compiere spettacolari salti sopra la superficie. Lo squalo volpe nuota spesso in superficie in aree costiere, ma è presente anche alla profondità di 350 m. Lo si osserva meglio dall'imbarcazione o con un semplice aeratore in mare aperto. Non è aggressivo, ma è un potente squalo che va rispettato.
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    Famiglia Cetorhinidae

    Squalo elefante o cetorino (Cetorhinus maximus), soprattutto Adriatico e Tirreno.
    Il Cetorhinus maximus è il secondo pesce esistente più grande, dopo lo squalo balena. La sua lunghezza, normalmente dell'ordine dei dodici metri, può talora raggiungere i quindici, mentre il peso può arrivare sino alle otto tonnellate.Contrariamente a quanto il suo aspetto potrebbe far pensare, lo squalo elefante non è affatto aggressivo; non è un predatore e il suo cibo preferito è costituito dal plancton marino. Per nutrirsi si serve di un interessante apparato di cui la natura lo ha fornito. Sugli archi branchiali infatti porta numerosissimi filamenti chiamati branchicteni; lunghi una decina di centimetri, la cui funzione è quella di filtrare l'acqua marina fermando il plancton.
    I denti, seppur molto numerosi e disposti in cinque file parallele, sono corti e relativamente deboli; per di più affondano quasi completamente nella mucosa boccale.
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    Famiglia Lamnidae

    Squalo bianco (Carcharodon carcharias), avvistamenti in quasi tutte le acque italiane, comune in Adriatico e Sicilia presente in tutti i mari temperati e sub-tropicali del mondo, presente nel mare Mediterraneo. Si ipotizza l'esistenza di un'area riproduttiva fra la Sicilia e la Tunisia.
    Lo squalo bianco è un cacciatore de-specializzato, e la sua dieta può variare molto a seconda della zona in cui vive. In mediterraneo caccia tonni, pesce spada, tartarughe di mare, altri squali, delfini. Non disdegna neppure le carcasse di grandi cetacei. In altre parti del mondo può, ad esempio, cibarsi prevalentemente di foche o leoni marini. Lo squalo bianco caccia con una tecnica simile all'agguato, senza girare intorno alle sue prede, ma sorprendendole da sotto grazie anche al suo complesso apparato chiamato "Ampolle di Lorenzini" * .
    La velocità in risalita, durante la predazione, gli è consentita dal fatto che lo squalo è privo della vescica natatoria organo idrostatico presente nei pesci ossei e che serve per poter stare a profondità variabili. Lo squalo bianco nuota principalmente nelle acque costiere dove trova le sue prede, costituite da pinnipedi, pesci, squali, tartarughe, ma anche mammiferi marini, uccelli e carcasse di grandi vertebrati. Può raggiungere i 60 kmh. e compie scatti molto veloci grazie alla possibilità di mantenere i suoi muscoli ad una temperatura anche di 10°C superiore a quella dell'acqua che lo circonda.
    È tra gli squali più pericolosi per l'uomo. Usualmente, le dimensioni medie oscillano tra i tre e i cinque metri, con un peso (per gli esemplari adulti)compreso tra i 1000 e i 1900 kg.
    Le dimensioni massime sono controverse. Può probabilmente arrivare a 7 metri di lunghezza (7,14 la cattura più grossa)
    Avvistamenti in Sud Africa di esemplari che si dice potessero essere al di sopra dei 12 metri e in Australia di esemplari ancora più grandi sono da valutare con grande cautela e con grande probabilità frutto di suggestione e/o errori di stima. Secondo taluni criptozoologi, tuttavia, potrebbero essere indizio della sopravvivenza di un grande squalo preistorico, comunemente ritenuto estinto, morfologicamente simile allo squalo bianco, cioè il Carcharodon megalodon, ma di ciò non si ha alcuna certezza.
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    e concludo la carrellata del "grande bianco" con l' esemplare più grosso 7,14 m
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    * = Le Ampolle di Lorenzini sono degli organi che prendono contatto con l'esterno attraverso piccoli e numerosi forellini, presenti soprattutto nella regione del capo, pieni di una sostanza gelatinosa conduttrice, in comunicazione con terminazioni nervose. In questo modo lo squalo ha la capacità di percepire i campi elettrici generati dagli animali (quindi individuare anche prede sotto la sabbia) e probabilmente riconoscere la propria posizione rispetto al campo magnetico terrestre.

    Squalo mako (Isurus oxyrinchus), in tutti i mari di Italia.
    Squalo molto potente con corpo snello e muso appuntito in grado di raggiungere i 4 metri di lunghezza. La prima pinna dorsale è mediamente alta e sviluppata, la seconda più piccola. Le pinne pettorali sono lunghe e falciformi, la caudale quasi simmetrica ed a forma di mezzaluna.
    Il mako è lo squalo di cui parla Ernest Hemingway nel romanzo Il vecchio e il mare. È molto noto ai pescatori sportivi: quando viene catturato all'amo può compiere spettacolari balzi di 6 m e può raggiungere una velocià media di oltre 35 km/h. Grazie al nuoto rapido cattura pesci oceanici e calamari, gli esemplari più grandi anche marlin e cetacei. È noto il caso di uno squalo mako che ha percorso 2128 km in 37 giorni.
    Il mako è considerato il più veloce tra gli squali conosciuti, anche grazie alla capacità che ha di mantenere la temperatura dei suoi muscoli di 7-10 °C superiore a quella dell'ambiente che lo circonda. Nuota in acque costiere e pelagiche, fra la superficie e circa 150 m. di profondità. Le sue prede sono costituite da pesci e cefalopodi; gli esemplari più grandi riescono ad attaccare anche mammiferi marini di piccole dimensioni.
    Specie considerata pericolosa per l' uomo.
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    e una spettacolare foto scattata a San Diego di un salto di un Mako... L' esemplare è considerato adulto, almeno 3 metri di lunghezza, con le debite proporzioni provate a pensare a che potenza debba avere per compiere un balzo simile ...
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    Squalo smeriglio (Lamna nasus), Mar Tirreno.
    Lo smeriglio (Lamna nasus), lungo fino a 3,7 m, è la più piccola fra le cinque specie esistenti di Lamnidi, ma raggiunge comunque un peso di 160-225 kg. Il suo corpo robusto ha una livrea dal grigio-blu al marrone sul dorso e bianca sul ventre, con una macchia bianca sul margine posteriore della prima pinna dorsale. Insieme a Lamna ditropis, è il solo lamnide provvisto di una carena secondaria alla base della coda, a mezzaluna, che fende efficacemente l'acqua con sinuosi movimenti laterali. Questo squalo dal nuoto rapido è diffuso sulle piattaforme continentali dei mari freddi fino alla profondità di 370 m. Con i denti sottili e taglienti cattura scombri e calamari, in mare aperto, ma si nutre anche di merluzzi, passere e altri pesci bentonici. Come tutti i Lamnidi, ma diversamente da gran parte degli squali che vivono sul fondo, deve nuotare costantemente per respirare.
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    Ordine Carcharhiniformes - Famiglia Scyliorhinidae

    Squalo gattuccio boccanera (Galeus melastomus), in tutti i mari d’Italia, più raro in Adriatico settentrionale.
    qualo di piccola taglia (media 20-40 cm - massima 100 cm.) con il corpo fusiforme ed il capo largo. Le due pinne dorsali, situate in posizione arretrata, sono molto simili. La pinna caudale è asimmetrica, con il lobo superiore più sviluppato, quella anale è particolarmente grande. Il gattuccio boccanera, come tutti gli squali appartenenti alla famiglia Scyliorhinidae, è uno squalo bentonico, nuotando sempre in vicinanza del fondo marino, a profondità cha vanno dai 50 ai 100 m. Le sue prede sono costituite principalmente da piccoli pesci, crostacei e cefalopodi.
    Ricercato per le carni.
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    Squalo gattuccio (Scyliorhinus canicola), in tutti i mari di Italia.
    squalo di piccola taglia (media 40-60cm - massima 100-150 cm) dal corpo slanciato, con un capo corto, arrotondato ed appiattito. Le pinne dorsali sono due, situate in posizione arretrata, le pettorali hanno i margini arrotondati. La pinna caudale è asimmetrica, con il lobo superiore più sviluppato. Il gattuccio nuota in prossimità del fondo, melmoso e roccioso, a profondità che possono arrivare a 400 m. Le sue prede sono costituite da piccoli pesci, crostacei e molluschi. Le capsule ovigere deposte di questa specie sono quadrangolari e fissate in acque poco profonde con prolungamenti fibrosi.
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    Squalo gattopardo (Scyliorhinus stellaris), in tutti i mari di Italia.
    squalo massiccio (taglia media 80-110 cm - massima 200), caratterizzato da un muso largo ed appiattito. Le pinne dorsali sono due e situate in posizione arretrata, le pettorali sono triangolari. La pinna caudale è asimmetrica, con il lobo superiore più sviluppato. Il gattopardo nuota vicino al fondo, principalmente roccioso, a profondità che arrivano a 60 m in Atlantico e 120 m in Mediterraneo. Le sue prede sono costituite da piccoli pesci, razze, crostacei e cefalopodi. Le capsule ovigere deposte da questa specie sono rettangolari e fissate al substrato con lunghi prolungamenti fibrosi.
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    Famiglia Triakidae

    Galeo (Galeorhinus galeus).
    Colore grigio ardesia sul dorso che schiarisce sui fianchi, ventre bianco. Pinne pettorali nerastre con sottile margine bianco. Apice della coda più scuro.
    Gregario e migratore, si avvicina e allontana dalle coste periodicamente e si trova a profondità variabili fra i 50 e i 400 m. E' una specie ovovivipara. La gravidanza dura circa 10 mesi e da un parto nascono da 10 a 40 individui. Si nutre di ogni animale vivo o morto e allama con facilita ai palangresi.
    Si cattura con reti a strascico e con palangresi di fondo. La carne non è pregiata e viene smerciata come palombo. Mediamente ha dimensioni intorno al metro di lunghezza.
    E' presente, ma non molto comune su tutte le coste italiane.
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    Palombo stellato (Mustelus asterias), in tutti i mari d’Italia, più raro in Adriatico settentrionale.
    Del tutto simile per comportamenti e habitat al Palombo Licsio.. solo con carni non pregiate come il fratello.
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    Palombo liscio (Mustelus mustelus), soprattutto in Adriatico e Tirreno.
    Dimensioni medie: 60-110 cm.
    Dimensioni massime: 160 cm.
    Si nutre di crostacei, molluschi e piccoli pesci - ma non è pericoloso per l'uomo. In cucina è abbastanza apprezzato per le sue carni, piuttosto digeribili e quindi indicate nella dieta dei bambini.
    Ama vivere a contatto con il fondo (meglio se fangoso o detritico), ad una profondità che varia dai 5 ai 50 metri, in piccoli branchi con compagni di avventura della sua stessa razza. Nei mari italiani esiste un altro squaletto chiamato palombo - mustelus asterias, o palombo nocciolo - le cui carni però sono meno apprezzate. La principale differenza è la colorazione del corpo: il palombo nocciolo ha infatti numerose chiazze bianche sui fianchi, del tutto assenti in mustelus mustelus.
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    Palombo punteggiato (Mustelus punctulatus), in tutti i mari d’Italia.
    Dimensioni medie: 60 cm.
    Dimensioni massime: 110 cm
    squalo di media taglia, con il muso corto ed arrotondato, con piccole macchie nere sul dorso. Le pinne dorsali sono entrambe di piccole dimensioni, le pettorali larghe e di forma triangolare. La pinna caudale è asimmetrica, con il lobo superiore più sviluppato. Il palombo punteggiato nuota vicino al fondo, fino a profondità di circa 100 m e le sue prede sono costituite da pesci, crostacei e cefalopodi. La biologia ed etologia di questo squalo non sono molto conosciute, in quanto viene spesso confuso con il palombo liscio (Mustelus mustelus) oggetto di intensa pesca commeciale per le sue ottime carni bianche senza spine.
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    Famiglia Carcharhinidae

    Squalo ramato (Carcharhinus brachyurus).
    E' anche conosciuto come squalo rame, ed entrambi i nomi hanno origine dal colore marroncino rosso del suo dorso. A parte le macchie più scure sulle pinne pettorali di qualche individuo, non ci sono segni particolari. Il corpo è particolarmente snello ed il muso a punta; il lobo superiore della pinna caudale è ben sviluppato e gli consente un nuoto particolarmente potente. Mentre la prima pinna dorsale è grande, la seconda è molto più piccola. Vive in acque temperate e subtropicali tranne che lungo le coste del Nord America e nel nord dell'oceano indiano. Lo si può osservare comunemente vicino a reef rocciosi e in baie poco profonde, ma anche in acque più profonde della piattaforma continentale e vicino alle isole. È considerata una specie pericolosa se eccitata da odori di cibo o mentre è alla ricerca di un pasto. Dimensioni massime oltre i 3 metri.
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    Squalo pinnacorta - tessitore (Carcharhinus brevipinna), in tutti i mari d’Italia.
    Dimensioni medie: 150-180 cm.
    Dimensioni massime: raggiunge i 300 cm.
    Distribuzione: in tutti gli oceani, nel Mediterraneo è presente ovunque.
    Colorazione: dorso grigio con piccole macchie nere agli apici delle pinne dorsali, pettorali, anale e caudale; ventre biancastro. Può essere presente una striscia bianca sui fianchi.
    Riproduzione: vivipara.
    Lo squalo tessitore nuota in acque sia costiere che pelagiche, fino a profondità di circa 70 m. Le sue prede sono costituite da piccoli pesci, razze, squali e cefalopodi. Spesso si getta nei banchi di pesci muovendo la testa a destra e sinistra per catturare più prede possibile, compiendo un movimento simile a quello di una macchina tessitrice, da cui il suo nome.
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    Squalo grigio (Carcharhinus plumbeus), in tutti i mari d’Italia, raro in Adriatico.
    Dimensioni medie: 200 cm.
    Dimensioni massime: raggiunge i 300 cm
    Squalo di medie dimensioni, con muso corto ed arrotondato. La prima pinna dorsale è grande e triangolare, la seconda più piccola. Le pinne pettorali sono lunghe e falcate, quella caudale presenta il lobo superiore molto sviluppato. Nuota in acque pelagiche e costiere dalla superficie a circa 250 m. di profondità compiendo lunghe migrazioni stagionali. Si ciba di pesci ed invertebrati.
    Lo squalo grigio è sottoposto ad una forte pressione da pesca sportiva e commerciale che ne sta mettendo in pericolo la sopravvivenza.
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    Squalo orlato (Carcharhinus limbatus), Tirreno e Ionio.
    Dimensioni medie: 150 cm.
    Dimensioni massime: 320 cm.
    Squalo potente, con il capo lungo ed appuntito; gli occhi sono piccoli e rotondi. La prima pinna dorsale è alta e falcata, la seconda più piccola. Le pinne pettorali sono lunghe e falciformi, la caudale è asimmetrica, con il lobo superiore più sviluppato. Lo squalo orlato vive in acque sia costiere che pelagiche ed arriva a profondità di circa 50 m. Le sue prede sono costituite da pesci, molluschi, crostacei e serpenti di mare. Allo squalo orlato sono stati attribuiti alcuni attacchi all'uomo ed è considerato molto aggressivo in presenza di stimoli alimentari.
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    Verdesca (Prionace glauca), in tutti i mari d’Italia.
    Dimensioni medie: 140-210 cm.
    Dimensioni massime: raggiunge i 400 cm.
    Squalo dal corpo affusolato con il muso molto lungo, potenzialmente pericoloso, anche se non particolarmente aggressivo. Anche le pinne pettorali sono particolarmente lunghe ed appuntite. Gli occhi sono grandi e tondi.
    La prima pinna dorsale è piccola e con apice arrotondato, la seconda più bassa, posizionata alla stessa altezza della pinna anale. La pinna caudale è lunga, con il lobo inferiore ben sviluppato. La verdesca vive in acque sia costiere che pelagiche, fino a 190 m. di profondità. Nuota spesso in branchi numerosi ed ha una forte tendenza alla migrazione, anche transoceanica. Le sue prede sono costituite principalmente da pesci e cefalopodi. Le pinne di verdesca sono particolarmente apprezzate nel mercato asiatico per il loro utilizzo culinario nel piatto della zuppa.
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    Squalo latteo (Rhizoprionodon acutus), Mar Ionio.
    Questo squalo ha il tronco cilindrico, il dorso è grigio chiaro ventre color crema. La lunghezza media è di 80 cm, il più grande pescato fino ora misurava 178 cm. Gli occhi hanno la membrana nittitante, bocca arcuata.
    Partorisce da 2 a 5 piccoli dopo una gestazione di 12 mesi. Si ciba di invertebrati e piccoli pesci.
    La specie è presente nei mari caldi e temperati. Nel Mediterraneo solo nel Mar Ionio (Golfo di Taranto).
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    Famiglia Sphyrnidae

    Squalo martello comune (Sphyrna zygaena), Sicilia e alto Adriatico, Mar Ligure.
    Dimensioni medie: 200-300 cm.
    Dimensioni massime: 420 cm.
    Squalo caratterizzato da un capo appiattito con due espansioni laterali al termine delle quali si trovano gli occhi. Il corpo è slanciato e compresso lateralmente, la prima pinna dorsale è alta e leggermente falcata, la seconda più piccola. Vive in acque pelagiche e costiere dalla superficie a circa 275 m di profondità, cibandosi di piccoli pesci, razze, squali, cefalopodi e crostacei. Non è ancora chiara la funzione di un capo così particolare, probabilmente è quella di aumentare le capacità sensoriali quali la vista, l'olfatto e l'elettrorecezione. Anche l'idrodinamicità dello squalo potrebbe risultare migliorata da tale conformazione.
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    Ordine Hexanchiformes - Famiglia Hexanchidae

    Squalo notidano cinereo (Heptranchias perlo), raro in Adriatico.
    Il suo corpo è caratterizzato da una forma affusolata ed esile. È presente una sola piccola pinna dorsale posizionata posteriormente, piccola è anche la pinna anale. Il colore della pelle è grigio o marrone superiormente e biancastro nella parte ventrale. Vive a profondità 300 e 400 metri vicino alla piattaforma e alla scarpata continentale ma spesso lo si può incontrare anche sotto costa. La sua alimentazione è basata su piccoli squali, piccole razze e pesci ossei ma anche su gamberi, granchi e aragoste. Molto attivo e aggressivo se catturato e/o molestato. È comunque troppo piccolo per essere considerato un pericolo per gli uomini. Per lungo tempo il suo fegato è stato usato per ricavarne l'olio.
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    Squalo notidano grigio (Hexancus griseus), raro in Adriatico.
    Dimensioni medie: 200-350 cm
    Dimensioni massime: raggiunge i 500 cm.
    squalo dal muso corto e largo, caratterizzato dalla presenza di un'unica pinna dorsale, molto arretrata e da sei fessure branchiali invece di cinque, come in quasi tutti gli squali conosciuti. La pinna caudale ha il lobo superiore molto ampio.
    Nuota fra la superficie e circa 1800 m. di profondità. Durante le ore notturne va a caccia di prede, costituite da pesci, crostacei, molluschi e squali.
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    Ordine Squaliformes - Famiglia Echinorhinidae

    Squalo echinorino (Echinorhinus brucus), raro in Adriatico.
    Il maschio varia dai 150 ai 175 cm, la femmina raggiunge i 230 cm. Negli esemplari adulti 80/100 kg.
    Vive tra i 400 e i 1000 metri; durante il periodo riproduttivo si avvicina alla costa ed è possibile avvistarlo anche a meno di 20 metri di profondità. Si ciba di pesci e crostacei. Una femmina di 60 kg. pescata in estate nello stretto di Messina aveva un unico embrione di 164 gr.
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    Famiglia Squalidae

    Squalo centroforo boccanera (Centrophorus uyato), in tutti i mari d’Italia, raro in Adriatico.
    Corpo allungato, fusiforme. Muso piuttosto allungato, depresso, con margine anteriore alquanto appuntito. La prima e la seconda pinna dorsale sono precedute da una spina corta e robusta, recante solchi laterali. Assenza di pinna anale. Pinna caudale bilobata, asimmetrica, con marcata incisura subterminale. Dimensione massima 100 cm.
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    Centroscimno (Centroscymnus coelolepis), Mar Tirreno, canale di Sicilia.
    Trovato sulle pendenze continentali e sulle pianure abissali. Si ciba soprattutto dei pesci (compresi squali) e dei cefalopodi, anche gasteropodi e carne cetacea. Ovoviviparous, con 13 - 29 giovani per lettiera, nata a 27-31 cm . Utilizzato come farina di pesce, secca e salato per consumo umano, o come una fonte di squalene.
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    Scimnorino (Daliatis licha), Adriatico, Ionio, Egeo.
    Nessuna informazione trovata...
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    Moretto (Etmopterus spinax), Adriatico, Ionio, Egeo.
    Ha trovato sulle piattaforme continentali esterne e sulle pendenze superiori. Si ciba dei piccoli pesci, calamari, e crostacei. Ovoviviparous, con il numero di giovani da 6 a 20 in una lettiera. Utilizzato per farina di pesce e secca pronta salate per consumo umano. Gamma della profondità riferita a 70m2000m . Dimensioni massime 60 cm.
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    Lemargo (Somniosus rostratus), Ionio.
    E' uno squalo di modeste dimensioni (massimo 140 cm. ) e alquanto esile con due piccole basse pinne dorsali prive di spine; è assente la pinna anale e sono piccole le pinne pettorali. La testa è corta con un muso tondo e piccoli occhi con spiracoli prominenti posti subito dietro. I denti sono grossi e semi curvi, la pelle è alquanto liscia e di colore grigio scuro o olivastro. È uno squalo di acque profonde e si sa poco a proposito della sua biologia, probabilmente è bentopelagico, la sua pinna caudale è marcatamente differente da quella delle specie sia costiere che di acque profonde. Vive a profondità che vanno dai 250 ai 1000 metri. È un predatore di pesci ossei e invertebrati ma si sa poco a proposito delle sue abitudini alimentari. È ovoviviparo.
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    Spinarolo (Squalus acanthias), in tutti i mari d’Italia.
    Si tratta anche in questo caso di squali bentivori (si nutrono con prede catturate in prossimità del fondo) abbondantemente pescati nei nostri mari e che in buona parte delle pescherie nostrane sono venduti eviscerati e spellati.
    È uno squalo facilmente identificabile dal grande spiracolo posizionato dietro ogni occhio e dall'assenza della pinna anale; gli occhi hanno grandi dimensioni, sono presenti spine su entrambe le pinne dorsali. La sua colorazione varia dal marrone al grigio con piccole macchie bianche che sovrastano una chiara zona ventrale. Sono squali di acque fredde dai 7 ai 15 gradi centigradi. Possono raggiungere profondità di 800 metri ma frequentano senza problemi acque costiere delle alte latitudini in primavera e migrano verso le acque più profonde durante i mesi invernali. La sua dieta include piccoli pesci e invertebrati, ma anche crostacei e krill. La sua biologia è caratterizzata da un'estrema lentezza di crescita e da una straordinaria longevità, possono infatti vivere fino a 70 anni. La sua lentezza di crescita rende questa specie particolarmente sensibile alla pesca intensiva, mettendola a rischio di scomparsa in parecchie regioni a causa del suo alto valore commerciale. Dimensione massima 150 cm.
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    Spinarolo bruno (Squalus blainvillei), comune in alto Adriatico.
    La lunghezza massima è di 95 cm; normalmente si aggira intorno ai 50 cm. per un peso medio 5-7 kg, 10 kg. al massimo. Poco si conosce di questa specie, vive tra i 15 e i 440 metri ma nonè esclusa la sua presenza anche oltre queste profondità. E' solito nuotare in branchi numerosi, si nutre di pesci ossei, di granchi e di molluschi.
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    Squalo porco (Oxinotus centrina).
    Colore bruno o grigio scuro, a volte bruno rossastro uniforme.
    Iride verdastra. Specie bentonica, vive sui fondi fangosi in acque tra i 30 e i 200 metri e oltre. La riproduzione è ovovivipara. Le uova sono molto grandi e la femmina porta 22-23 embrioni. Si nutre di specie ittiche. Si cattura occasionalmente con lenze o palangresi di fondo, con tramagli e con lo strascico dei motopescherecci. Non supera il metro.
    Presente lungo tutte le coste, più o meno raro.
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    Ordine Squatiniformes - Famiglia Squatinidae

    Squadro pelle rossa (Squatina oculata), comune in Adriatico.
    Il suo corpo è appiattito, simile ad una razza, caratterizzato dalla presenza di prominenti ocelli. Il tronco è alquanto esile, l'occhio è più grosso dello spiracolo ed il lembo nasale lievemente frangiato. Non presenta spine dorsali lungo la linea mediana ma solo alcune spine sugli occhi e sul muso. La superficie ventrale presenta denticoli sui margini pettorali, sulla coda e sulle pinne pelviche. I margini posteriori delle pinne pelviche si estendono fino alla prima pinna dorsale. La sua colorazione è marrone grigiastra, più chiara sulle zona ventrale. Distribuito quasi ovunque nel mediterraneo centrale e sulle coste settentrionali e africane. La popolazione è notevolmente in declino lungo le coste italiane, abbastanza comune lungo le coste spagnole e greche (anche a Creta). Preferisce fondi sabbiosi o fangosi da profondità di 50 metri e fino a 400 metri ma solitamente intorno ai 100 metri. Il suo range di temperatura spazia dai 13 ai 17 gradi centigradi. È un predatore di piccoli pesci ossei, la sua attività è essenzialmente notturna. È uno squalo ovoviviparo. Dimensione massima 160 cm.
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    Squadro (Squatina squatina), comune in acque italiane.
    Lunghezza massima (pescata) 244 cm. Normalmente si rinvengono esemplari di circa 100/150 cm.
    Adagiato sui fondali fangosi vive a profondità che variano tra pochi metri fino a 150. Animale notturno, di giorno cade in una sorte di torpore e può essere facilmente avvicinato dal subacqueo. Il suo cibo principale è costituito da pesci ossei, specialmente sogliole e rombi, ma anche razze torpedini, crostacei e molluschi. Viene pescato mediante pesca costiera a strascico.
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    Squadro aculeato (Squatina aculeata), Ionio, raro in Adriatico.
    180 - 190 cm la sua lunghezza massima.
    Vive di preferenza nelle zone fangose profonde e il suo ciclo riproduttivo è sconosciuto. Si nutre in modo similare ai congeneri. Si cattura con reti a strascico o con palangresi di fondo. Può raggiungere la misura di 1,5 m e il peso di 30 kg.
    Specie mediterranea italiana citata per il Mar Ligure.
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    Queste le "sole" specie presenti nel mar mediterraneo.
    E per concludere in bellezza l' articolo uno squalo davvero particolare... ho letto la sua descrizione e mi ha colpito parecchio

    Lo squalo dal collare Chlamydoselachus anguineus
    Lo squalo dal collare Chlamydoselachus anguineus è considerato un fossile vivente, un animale preistorico, ed è sicuramente una delle specie più antiche che oggi l’uomo conosca.
    Questo pesce, chiamato anche squalo anguilla per la sua forma particolarmente allungata, nuota nelle acque profonde dell’Oceano Atlantico orientale, e degli oceani Pacifico e Indiano.
    Le sue dimensioni medie sono di 150-170 cm, fino ad un massimo di 200 cm, anche se leggende che risalgono a fine ‘800 narrano di esemplari di Chlamydoselachus anguineus di più di sette metri di lunghezza..
    La realtà invece ci dice che non si conosce molto della biologia e dei comportamenti di questo pesce, anche perché esso predilige acque molto profonde, da 120 m a circa 1200 m risalendo raramente in superficie. Sono pochissimi, anche per questo motivo, gli avvistamenti e le catture realizzate dall’uomo.
    Il Chlamydoselachus anguineus è stato descritto per la prima volta nel 1884 da S. Garman anche se già tre anni prima R. Lawley, ritrovando alcuni denti dell’animale in questione, si avvicinò molto alla sua scoperta.
    La morfologia dello squalo dal collare è sicuramente particolare:
    1) La bocca è in posizione frontale, al contrario della bocca ventrale presente negli squali moderni.
    2) I denti sono tricuspidali, presentano cioè tre punte (cuspidi), una centrale e due laterali leggermente più piccole. Questo apparato dentale serve per predare piccoli pesci, molluschi e crostacei.
    3) La pinna caudale è molto allungata, a forma di lancia, ed è presente soltanto il lobo superiore.
    4) Possiede sei fessure branchiali (in quasi tutti gli squali sono cinque), molto estese, quasi ad unirsi in entrambi i lati (da qui “squalo dal collare”) ed esse sono frangiate, cioè sono presenti piccole porzioni di pelle simili a frange.
    5) L’unica pinna dorsale è molto piccola ed arretrata, in corrispondenza alla pinna anale ed anche le pinne pettorali sono corte ed arrotondate.
    La riproduzione è probabilmente vivipara aplacentata (le uova si schiudono all’interno dell’utero materno) ed i periodi di gestazione sembrano essere molto lunghi.
    La colorazione dello squalo dal collare è marrone scuro o grigio, in entrambi i casi abbastanza uniforme in tutto il corpo.
    Come già accennato, a causa delle sue abitudini “profonde”, è quasi impossibile incontrare il Chlamydoselachus anguineus durante una immersione ed i pochi esemplari che sono stati osservati vengono quasi sempre trovati all’interno delle reti a strascico dei pescherecci oceanici.

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    Il video:
    https://www.youtube.com/watch?v=8X6GKcLkdRE




    Edited by Dinnin - 28/6/2007, 21:43
     
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  2. SHEEFISH
     
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    Se ti capita e riesci a trovarlo,leggiti il libro MEG!!!!!
    STUPENDO!!!!L'ho letto 3 volte!!!

    http://cgi.ebay.it/libro-Steve-Alten-Meg-a...2QQcmdZViewItem
     
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  3. Dinnin
     
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    :lol: pausa sigaretta per me ^^ ... dopo terminerò la ricerca ^^
     
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  4. pescasempre
     
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    bravo Marco..bell'articolo..appena finito lo mettiamo su nell'archivio :01.gif: :01.gif:

    ....ogni tanto fai anche la persona seria :P :D
     
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  5. napoleoneIII
     
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    maremma....complimenti!è un lavoro molto bello e molto dettagliato :01.gif:
     
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    Un lavoro mastodontico , una ricerca minuziosa ed un interesse unico !!! :01.gif: :01.gif: :01.gif:
     
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  7. Simo-Spinning
     
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    grande, bella roba, allora adesso metto anke io il mio :D

    ( quello là sulle trote )
     
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  8. Dinnin
     
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    FInitooooo :P

    Stica... e io che volevo fare tutti gli squali hahahaha già solo questi del mediterraneo mi son bastati :P
     
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  9.  
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    viva la papera!!!

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  10. pescasempre
     
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    molto molto bello..un lavoro veramente ben curato..
    bravo il nostro Marco..

    passa di diritto nell'archivio :01.gif: :01.gif: :01.gif:
     
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  11. SHEEFISH
     
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    Bravo Figliolo!!Continua cosi'!!!!
     
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    Lo smeriglio è secondo me ottimo. :01.gif:
     
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    14/8/2007

    In Italia squali in cattive acque

    Oltre un terzo delle 84 specie presenti nel Mediterraneo sono in pericolo. Squalo bianco, squalo elefante e manta le specie protette più a rischio. Catture accidentali e degrado dell’habitat sono i principali fattori di minaccia.


    ROMA
    Gli squali del Mare Nostrum sembra che nuotino proprio in cattive in acque. Dopo il crollo spaventoso a cui si è assistito negli ultimi 10 anni lungo le coste atlantiche, dove si è registrata una diminuzione dell’85-90% della popolazione, ora il problema sembra riguardare anche il Mediterraneo. A lanciare l’allarme sono i biologi del CTS Ambiente impegnati nella quinta edizione del Veliero dei Delfini, la campagna in difesa dei cetacei promossa in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente che quest’anno rivolge la sua attenzione oltre che ai delfini anche agli squali.

    «Delle oltre 80 specie di squali e razze presenti nel Mar Mediterraneo, più di 30 sono a rischio - dichiara Simona Clò responsabile del Settore Conservazione Natura del CTS e membro dello Shark Specialist Group Mediterraneo della IUNC (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) - e solo 3 sono protette: lo squalo bianco, lo squalo elefante e la manta. Quello che ci preoccupa di più è che per molte specie, circa il 70%, non ci sono dati sufficienti per valutarne lo stato e quindi per predisporre azioni mirate alla loro conservazione. Grazie però al coinvolgimento dei pescatori, che sono la fonte più importante per questo tipo di studio, siamo riusciti a raccogliere segnalazioni di fondamentale importanza come per esempio la cattura in acque siciliane dello squalo Squadro e del pesce violino, considerato oramai scomparso dalle acque italiane».

    Concordi i dati che arrivano dal Veliero dei Delfini che, grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria Legapesca, Agci Agrital e Federcoopesca, sta raccogliendo dai pescatori informazioni sulla presenza storica e recente delle 3 specie di squali protette nelle 25 località toccate durante l’estate dalla campagna del Cts Ambiente. Secondo i pescatori, l’incontro con questi pesci sta diventando un evento sempre più raro, soprattutto per quanto riguarda lo squalo bianco, mentre sono state segnalate concentrazioni «particolari» di squalo elefante negli anni passati, in particolare in Sardegna. Le interviste con i pescatori hanno inoltre permesso di raccogliere segnalazioni interessanti su altre specie commerciali che solitamente vengono vendute sotto il nome generico di squali. La cooperazione diretta fra ricercatore e pescatore ha permesso di dare i nomi a questi squali e come al solito, la collaborazione ha dato risultati inattesi.

    «Ma cos’è che minaccia la sopravvivenza di questi straordinari animali che tanto colpiscono il nostro immaginario collettivo? Tanto per cambiare la risposta è sempre la stessa: l’uomo» scrive in una nota il Cts spiegando che due sono le principali cause di origine antropica responsabili della progressiva rarefazione delle specie: da un lato il degrado dell’habitat, dall’altro le catture accidentali effettuate dalle reti fisse e da altri attrezzi da pesca che sono abbondantemente distribuiti lungo le nostre coste.

    «Per fortuna qualcosa si sta finalmente muovendo - commenta Stefano Di Marco Vice Presidente Nazionale del CTS. L’ICRAM - l’Istituto Centrale per la Ricerca Applicata al Mare - su incarico del Ministero dell’Ambiente ha recentemente predisposto le linee guida perun piano d’azione nazionale sugli squali contenente indicazioni su interventi da realizzare nel breve, medio e lungo termine per assicurare a questi animali adeguate misure di conservazione. Ci auguriamo - prosegue Di Marco - che il piano diventi al più presto esecutivo affinché questi animali, simbolo della biodiversità marina, non siano costretti ulteriormente a nuotare in cattive acque». Per questo motivo il Cts quest’anno ha deciso di unirsi a Shark Alliance per cercare assieme di fare qualche cosa di concreto per gli squali, elementi importanti della biodiversità del nostro mare.
     
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  14.  
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    trotaiolo rialista

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    Per completare la raccolta proporrei questo link...

    http://www.sharkacademy.com/attacchi.htm
     
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  15. Dinnin
     
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    Io direi una cosa in più ... che non so se sarete daccordo o meno.. però è una cosa che penso.

    Noi tutti i giorni.. o quasi ... ci divertiamo ad insidiare altri piccoli predatori con le nostre esche vedi ad esempio i lucci... e ci si diverte a stuzzicarli per scatenare quell' istinto predatorio che ci porta alla cattura...
    Beh.. penso che non ci sia da criminalizzare lo squalo come animale "cattivo", ma bisogna piuttosto ricordare che per un grande predatore come il "grande bianco" (per citare il più grosso) .. in grandi ambienti, anche noi possiamo esser considerati come dei "Rapala" :P

    Penso che non bisogna aver paura ogni volta che ci si immerge in acqua, sarebbe stupido, penso però che questi predatori vadano rispettati alla stessa maniera di come si rispetta ogni altro pesce predatore.
    Magari quando si allama un luccio divertendosi a vedere l' attacco "top water" e di come questo si scaglia sulla preda con cattiveria, ricordando le foto che Max ha postato con il link qui sopra, anche il luccio lo si vedrà con maggior rispetto :P

     
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15 replies since 28/6/2007, 15:04   6582 views
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