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Dopo 2 mesi di astinenza si riprende la canna in mano per la prima pescata dell’anno: sono in Salento, terra jure uxoris, bellissima meta turistica ma spesso avara di catture.
Ho portato con me due canne da spinning ma in “deposito” ho sempre una casetta da pesca attrezzata per ogni esigenza o quasi: infatti mio cognato mi chiede se vogliamo fare un’uscita e così mi faccio prestare una delle sue canne visto che si va a pescare le boghe, dato il periodo invernale particolarmente favorevole.
La tecnica è molto semplice anche se negli anni ho carpito alcuni segreti provati e riprovati:
Una canna da dai 3,5 m fino a 5 l’importante che sia abbastanza maneggevole, sarebbe meglio con un vettino piuttosto sensibile (può funzionare una canna da bolentino, una inglese tuttofare, una canna da feeder, una bolognese un po' più potente): insomma quella che avevo era tutto fuorché questo ma andava bene lo stesso;
Galleggiante scorrevole da 40 gr;
Amettiera a tre ami realizzata con trave del 20-25 e braccioli da 5-10 cm del 15-20 senza snodi per non appesantire e perché è difficile che i braccioli cosi corti si ingarbuglino soprattutto se il bracciolo è legato con un nodo paternoster oppure facendogli fare la curva a u verso l’alto ricavando i braccioli da un multiloop oppure legandoli con un semplice nodo del “chirurgo, ami del 12-16 a secondo dell’esca”.
Piombo da 30-35 gr andando anche verso i 40 oppure piccolo pasturatore (sempre molto zavorrato). Anche se sembra esagerata purtroppo le boghe attaccano l’esca durante la discesa e se non si arriva subito in pesca te la sfilano dall’amo in un attimo; il piombo pesante va in pesca praticamente all’istante e in molti casi facilita l’autoferraggio.
Esca principe il gambero, in ordine mazzancolle, argentino, gamberetti rosa, sardina oppure calamaro battuto questo molto efficace quando le boghe sono molto fameliche e c’è bisogno di un’esca che resti li.
Una volta regolata la profondità circa 5-6 metri, pescavamo da una scogliera a circa 3 m dal mare e su 11 metri di fondale, si lancia a circa 20 metri e si fa compiere al galleggiante una sorta di passata se le boghe non attaccano subito, oppure si recupera più che recupero si mette in diagonale la lenza cercando di avvertire le tocche sul cimino magari senza regolare la profondità. Si attende un attimo e si ferra cercando di fare delle doppiette o triple ma in alcuni casi, come in questo, anche semplicemente di agganciarne qualcuna.
E’ comunque una pesca di velocità in cui tutto è meglio che sia a portata di mano per concretizzare al massimo; l’alternativa è una lunga canna fissa o bolognese che però deve superare con la lunghezza le castagnole del sotto riva che ripuliscono gli ami come piranha.
Purtroppo i gamberi facevano veramente schifo e quindi oltre a innescarne qualcuno a pezzettini col guscio ho dovuto legarli col filo elastico prima di tagliarli pena la perdita a ogni lancio.
Le boghe non erano molto propense ma insomma, era domenica 2 gennaio, senza pastura e con i gamberi scampati alla frittura del giorno prima non si poteva fare di meglio.
Un paio d’ore per fare un po' di frittura “di paranza” e per prendere un po' di sole che era decisamente caldo e piacevole.
Ho fatto la foto solo alla frittura mi spiace perché lo spot, nello specifico Santa Cesarea Terme è veramente incantevole.
Nei giorni seguenti sono uscito a spinning ma purtroppo le spigole non sono così facili come le boghe: comunque un inizio molto in relax.
Metto anche un paio di foto della spiaggia dove sono andato a spinning, almeno qui mi sono ricordato di farle.
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