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L'accuratezza nella preparazione di un'uscita di pesca nelle acque interne, va trasferita pari pari anche pescando dalla barca.
Venire da un trascorso in acque dolci è sicuramente una cosa molto positiva per chi si accinge a pescare in mare.
Nel bolentino che a prima vista potrebbe apparire, tutto sommato, una pesca semplice e semplicistica: basta calare un piombo sul fondo e gli ami sopra...si rivela invece una pesca particolarissima nella quale la raffinatezza e la leggerezza sono indispensabili.
Certamente se uno si accontenta di qualche cattura sporadica e di poco interesse, come i pesci di fondo, può tranquillamente andare a pescare come crede, qualche risultato lo otterrà, ma, chi è invece interessato ai pesci di taglia, beh, qui il discorso cambia radicalmente.
A parte la canna ad azione apposita ed il mulinello assolutamente caricato con il multifibre, la parte del leone la fa proprio lui: il finale o terminale o calamento che dir si voglia.
E' indispensabile usare i calamenti a girare, molto meglio se realizzati senza nodi, quindi incollati, ed i braccioli, anch'essi a girare, obbligatoriamente in f.carbon e di diametro sottile adeguato alla lunghezza.
Pensate un momento a quando un calamento scende verso il fondo, gli ami innescati faranno da elica facendo ruotare su se stesso il terminale, occorrerà quindi usare apposite minuterie per scaricare il moto rotatorio, in maniera che il bracciolo, una volta in pesca, risulti ben dritto e fluttuante.
Nella fase di risalita, oltre a questa rotazione, in caso di allamata di una o più prede, anche queste ruoteranno, questa volta attorno al trave del calamento e tutta questa torsione dovrà essere assorbita senza arrecare danni e avvolgimenti indesiderati.
La lunghezza dei braccioli varierà a seconda dei pesci che intendiamo insidiare per ottenere risultati importanti con pesci impegnativi e sportivi.
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