Tecniche di pesca: zone di pesca, costiera e di altura

parte 1

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  1. diegog
     
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    LE ZONE DI PESCA

    La ricerca del pesce nella traina d'altura e nel sottocosta.


    Dove pescare?

    Questa domanda non ce la poniamo mai quando ci accingiamo ad una battuta di pesca in zone che ben conosciamo. Semplicemente ci dirigiamo verso questo o quel posto, e scegliamo una determinata tecnica, come se agissimo d'istinto. In realtà quello che ci appare come un comportamento "naturale", è frutto di una lunga esperienza che ci consente di valutare in brevi istanti tutta una serie di parametri ampiamente variabili.

    Una battuta di pesca,

    infatti, è enormemente influenzata dai fenomeni climatici - vento, stato del mare, temperatura, pressione ecc. - dall'orario, dall'andamento delle marea, dalla posizione della luna e così via. Tra questi tanti parametri ce ne sono due molto importanti, sia nella pesca sottocosta che in quella d'altura: Il primo è l'individuazione della migliore zona di pesca, il secondo è quello della effettiva presenza del pesce poichè ogni singola specie ha un periodo di passa e di zona frequentata, che varia con la stagione e la presenza del nutrimento per i predatori stessi.
    Capita invece, quantomeno ogni volta in cui ci si reca in vacanza in luoghi sconosciuti, che ci si faccia questa semplice ma importante domanda:


    Dove trovare i pesci?

    Lontani da pretese di esaustività iniziamo ad affrontare il tema partendo dalla nostra esperienza concreta.

    Per quanto riguarda la traina costiera il punto di partenza è sempre una carta nautica della zona.
    Sono indispensabili le carte costiere poichè quelle di più ampia scala non sono sufficientemente dettagliate. Esistono in commercio carte specifiche per la pesca che contengono informazioni specifiche sulla presenza di pesce e sulle tecniche utilizzabili.
    Sono carte utili ma non troppo. Esse hanno il limite di segnare zone molto conosciute, e quindi molto sfruttate, e non sempre contengono, come le carte ufficiali, tutte le variazioni di batimetrica note.
    La prima cosa cui porre attenzione leggendo la carta è, infatti, la batimetria.
    E' di fondamentale importanza individuare tutte le variazioni di profondità. In particolere è necessario accertare dove il fondale degradi, con che rapidità, e che profondità raggiunge.

    Si definisce linea batimetrica

    quella che unisce più punti del fondale che si trovano alla medesima profondità. Ecco che diventa facile procedere ad accertamento la rapidità delle variazioni di profondità, se si tiene in mente questa semplice regoletta: guardando alla distanza che separa le linee batimetriche, più queste sono vicine e più il fondale degrada rapidamente. Più sono lontane e più, al contrario, il fondale degrada dolcemente.

    In tal modo, insieme alle altre indicazioni delle carta, in specie quelle sulla natura del fondo (rocce, alghe, fango, sabbia ecc.) possiamo individuare la conformazione del fondale e capire più o meno
    precisamente dove si trovano i probabili hot spot per la nostra battuta.

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    Vediamone alcune zone di sicuro interesse.

    Le secche.

    Sulla carta sembra tutto facile ma la realtà è ben diversa: Purtroppo le secche, quando non sono pericolose per la navigazione, sono segnalate sulle carte in posizione molto approssimativa. Quelle piccole, quindi, non sono affatto facili da trovarsi, e spesso occorre procedere ad una ricerca meticolosa con l'aiuto del GPS e dell'ecoscandaglio.
    Il metodo migliore è quello di fare un giro procedendo con una rotta a spirale partendo dal punto in cui la secca è segnata sulla carta.
    Alcune cartografie elettroniche sono decisamente più precise.

    Il primo "zoccolo" di caduta.

    Per la traina costiera è interessante quello che dai -20 metri scende con rapidità ai -50, o più, metri. Come dicevo prima si individua sulla carta segnando i punti in cui la batimetrica dei 50-100 metri si trova molto vicina a quella dei 20-30 metri.
    Una volta individuato il punto sulla carta occorre trovare, sempre sulla carta, dei validi riferimenti sulla costa (tipo fari, scogli isolati ecc.) da utilizzare una volta in mare, quali punti di riferimento per individuare la zona.
    Possedendo il GPS, ovviamente, basta segnare il punto sullo strumento e fare un goto.

    E' importante controllare sempre il tipo di fondale esistente:

    per la traina costiera sono da preferite le zone rocciose o con misto alga scoglio, meno interessanti quelle sabbiose, anche se con dislivelli pronunciati.

    Un'altra zona di sicuro interesse è la foce di un fiume. In questa zona, come nelle altre che abbiamo sinora individuato, è più intensa la presenza di materiale organico e di mangianza e pertanto più probabile è la presenza di predatori.

    Al largo delle foci,

    siano torrenti o grandi fiumi, spesso troviamo degli sbalzi di profondità dovuti alla presenza di grandi quantità di materiale pietroso e sedime trasportato dal fiume. In questa zona troveremo, nella fascia dei 10 - 15 metri, degli ottimi spot per le spigole e per gli altri predatori. Al largo, invece, è frequente una maggiore concentrazione di pelagici e tunnidi.

    I canali che si formano tra isolotti o scogli e la terraferma sono sempre interessanti.

    Se vi sono profondità adeguate

    e fondale roccioso sono
    ottimi per la traina sia a fondo che di superficie. In ogni caso sono un punto di passaggio obbligato per tante specie e sono il luogo in cui più facilmente troveremo l'aguglia, esca principre della traina costiera.

    Un altro luogo ben frequentato dai predatori è quello in cui si trovano profondità elevate a poca distanza dalla costa.


    Venendo alla fascia non immediatamente costiera

    ma, approssimativamente, entro un miglio dalla costa, alla ricerca di piccoli pelagici, è bene fare molta attenzione alle zone di incontro tra correnti diverse e cercare di individuare le zone in cui l'acqua in superficie appare liscia e non increspata dal vento, o che ha un colore colore leggermente diverso. In questa zona è facile che si concentri il pesce foraggio ed è bene insistere nella ricerca della nostra preda.

    In questa fascia,
    come sempre, valgono le regole fisse della traina: fare attenzione alle eventuali mangianze di gabbiani e alla presenza di oggetti galleggianti che potrebbero attirare la presenza di pesci, come ben spiegato nell'articolo sui D.C.P.

    Un consiglio: al mattino presto se possibile, potete andare in un punto molto in alto sulla costa e da lì verificate i cambi di colore del mare,
    l'andamento generale delle correnti, le variazioni di profondità, il tipo di fondo apparente, ecc.

    Prendete appunti di queste vostre impressioni sulla carta e verificate
    quando siete in pesca.. potrete avere ottime sorprese e scoprire subito il posto giusto per la cattura di un dentice o di una spigole.

    Segue seconda parte
     
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  2. joey santiago
     
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    grazie Diego... sogno una battuta marina insieme! per ora leggo e cerco di tenere a mente, ma chissà, un giorno...
     
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  3. ARCIERE65
     
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    riporto alla luce questa disamina su le zone di pesca. lo trovo interessante ;)
     
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  4. andreaci23
     
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    ciao ragazzi.... diego sei di genova per caso? o conosci dei buoni dislivelli dalle parti di genova voltri?
     
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3 replies since 18/9/2005, 16:25   765 views
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