LA TRAINA AI TONNI DI BRANCO IN MEDITERRANEO

Terza Parte

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  1. diegog
     
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    LA TRAINA AI TONNI DI BRANCO

    Parte terza


    I JIG

    Infine abbiamo la famiglia dei jig, artificiali formati da una testa in piombo generalmente tutt'uno con l'amo, anch'esse vestite sia di piume che di hair in nylon.
    Ad esclusione dei jig, i quali determinano una profondità di traina ad una certa profondità, tutte le altre esche fino ad ora elencate danno il meglio di se stesse montate sugli outrigger, a distanza di almeno 40 metri, a volte oltre se si cerca vuoi l'aguglia imperiale vuoi la lampuga.
    nel caso di accertata presenza di questi pesci cercheremo di dare all'imbarcazione un movimento il più sinuoso possibile, evitando che queste esche entrino nella scia della nostra imbarcazione e,casomai, lasceremo filare lenza fino a talvolta oltre 80 metri.
    Il montaggio sui tangoni dà inoltre un movimento a balzi alla nostra esca, tramutando sia il rollio che il beccheggio dell'imbarcazione in un movimento a scatti dell'esca stessa.
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    I pesci finti

    Oltre al classico Rapala, considerato l'artificiale per autonomasia, negli ultimi anni parecchie ditte si sono applicate alla realizzazione di pesci finti aventi un relativo successo.
    Interessanti sono le applicazioni date dalla Australian runner,la Halco, la Storm, la Mann's e la Yo-zuri.
    Probabilmente ne esistono decine di altri, altrettanto funzionali ma in ogni caso resta sempre il rapala CD MAG l'artificiale in linea di massima il più attraente.
    Per quanto riguarda le dimensioni variano dai 14 ai 22 cm, escludendo i 26 data la dimensione sproporzionata in rapporto al cibo normalmente reperito dai tunnidi in questa zona.
    Personalmente adopero con grande successo gli 11 cd, opportunamente ribilanciati per poter permettere velocità di traina fino ad oltre 9 nodi.
    Artificiali come la Halco e l'Australian runner o specificatamente il bonita della Yo-Zuri sono decisamente affondanti, da prediligere per affondarli a pochi metri dalla barca, utilizzando un flat-line, da notare un catch di oltre 120 kg dall'imbarcazione Papeete nel 2002 con un artificiale Halco giant trembler.
    Essi non é che prendano spesso molti pesci, ma li chiamerei piuttosto i Jolly dellla situazione, quelli che permettono di prendere la preda importante, anche se succede di rado.
    Un po' come si usa in drifting la canna piazzata ad 80 metri di fondo e con 400 grammi di piombatura per poter mantenere la sarda in asse...... ed é quella che talvolta regala il grosso squalo volpe o il gigante che passava di li per caso, magari in una giornata alla quale non si é neppure avvicinato uno sgombro alla nostra pastura.


    Per quanto riguarda la Storm, essa produce un' artificiale completamente cromato il quale ha dato buoni risultati con cielo molto coperto oppure alle prime lci dell'alba.
    Per quanto riguarda la Mann's, la ditta produce degli artificiali capaci di scendere a grandi profondità, ma che purtroppo non possono essere trainati a velocità notevoli pena ritrovarvi con tutte le lenze legate assieme.
    Eppure.... questi artificiali hanno fatto vincere i Mondali di traina 2001, che pure si svolsero ad Antibes.

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    I colori, quali e quando?

    Per quanto alcuni sostengano che solo il movimento dell'artificiale é il punto di interesse focale per il tonno, personalmente non sono affatto d'accordo con questa teoria, anzi cerco di abbinare sempre l'artificiale col giusto colore a seconda del momento della giornata, la luminosità della stessa e lo stato del moto ondoso.
    Cio' che sto per scrivere puo' benissimo essere contestato, ma cio' fa parte del mio relativo bagaglio di esperienza in questo tipo di pesca, e lo voglio enunciare difendendolo se necessario con unghie e denti.
    Cominciando una giornata di pesca a traina all'alba, consideriamo di piazzare le prime esche, non conoscendo ancora né la pastura del momento , opteremo per dei colori scuri, i quali (anche se stranamente al nostro occhio) contrasteranno di molto l'ambiente circostante.
    Dobbiamo considerare infatti che il pesce guarda la preda dal basso verso l'alto, ed un colore chiaro difficilmente contrasterebbe la leggera luminosità del cielo, quindi ne risulterebbe poco visibile.
    Inizieremo quindi la prima parte della giornata utilizzando colori come nero, viola, blu scuro per continuare subito dopo con colori a base cromata e bianco/blu
    A metà mattina diventerà interessante il bianco/arancio, bianco/rosso mentre a sole alto prediligeremo colori come l'arancio/rosso, giallo verde, verde/arancio.
    L'accezione viene data dal pesce spada, il quale pare prediliga esche bianco/rosa al mattino presto, ma qui stiamo parlando di esche con kona head, cioé che saltellano sull'acqua.
    Da considerare con estrema attenzione il contenuto stomacale della preda, dopo la prima cattura.
    Sarà dall'attento esame di cio' che potremo mettere a punto una strategia di pesca molto più efficace.
    Non é raro trovare dei piccoli gamberi, che porteranno la nostra scelta su relatvamente piccoli artificiali color rosa o arancio, mentre nel caso di sarde useremo il colore sgombro, e se invece la pancia é vuota....... beh vuol dire che magari han fame!!!!
    Non trascuriamo comunque i colori fantasia, quelli che anchhe se vengono saltati a pié pari sono talvolta i veri jolly della giornata di pesca, quelli che mettiamo in acqua ridendoci sopra e che poi si avverano come i salvatori da un temuto cappotto.

    La velocità di traina

    Consideriamo innanzi tutto che il tonno é un pesce simile ad un motore che non si ferma mai e come tutti i motori ha un regime minimo.
    Per quanto riguarda il tonno il suo regime minimo di "pinnate" é pari alla sua lunghezza espressa in metri per secondo.
    Ovvero, cio' vale a dire che un tonno di un metro deve andare ad una velocità minima di 1 m/s , affinché si possa ossigenare, e questo lo fa anche di notte, sempre.
    La sua velocità massima lasciamola perdere, perché pensare di far inseguire un'esca ad un tonno come si fa coi levrieri e le lepri non penso che abbia alcun interesse alieutico......... comunque superano abbondantemente i 60 km/h, ed i piccoli non son molto più lenti dei grandi, anzi!!!
    Ora se vogliamo prendere un tunnide dobbiamo almeno avere una velocità di traina pari al minimo della velocità del tonno, possibilmente qualcosa in più affinché lo incuriosisca e ne scateni l'attacco.
    Una velocità di traina comunemente adottata in queste zone é compresa fra i 7 e i 9 nodi, anche se raramente si riescono a mantenere i lures in una posizione corretta a questa velocità.
    Un cambio repentino di velocità e direzione di tanto in tanto é buona regola, permette spesso di scatenare l'attacco di un pesce che fino a poco prima seguiva la preda da spettatore, come spesso succede.
     
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0 replies since 21/7/2005, 14:33   2439 views
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